SIUXSIE AND THE BANSHEES |
Un dito di trucco in meno, qualche anno in più, ma sempre la stessa, inconfondibile voce: lugubre, roboante, sensuale. Siouxsie Sioux, la "regina della notte" dell'era dark è tornata. Ma ad accompagnarla non sono più i Banshees (letteralmente: "spiriti di donna preannuncianti la morte"), la formazione storica con cui si è imposta per vent'anni come stella del gothic-rock britannico. La Siouxsie del Duemila si è trasferita in un placido villaggio francese nei dintorni di Tolosa dove vive, in una dimora del XIV secolo, insieme a Peter Clarke in arte Budgie, l'ex-batterista dei Banshees che ha sposato nel 1991. Ed è sempre con Budgie che la cantante londinese è impegnata nel suo nuovo gruppo, The Creatures, di cui è di recente uscito il terzo album, "Anima Animus". Un lavoro che privilegia le percussioni, con pulsazioni elettroniche, sprazzi dance (il singolo "2nd floor") e un intrigante pezzo acustico chitarra-voce ("I was me"). Per presentare il disco, i Creatures hanno affrontato una lunga tournée mondiale, che ha toccato anche l'Italia.
Rituali dark
"Ero stanca del cinismo dei discografici - racconta Siouxsie -. Loro pensavano
soltanto a sfruttare i miei successi passati per fare soldi, riciclando le stesse
cose e infischiandosene della musica che volevo fare. Così ho deciso di
fondare una mia etichetta indipendente, la Sioux Records, e di puntare definitivamente
sul progetto-Creatures". Già, perché i Creatures già
esistevano come sottogruppo dei Banshees a partire dal 1982. Era l'anno di "Juju",
il culmine dell'arte visionaria di Siouxsie, con piccoli gioielli oscuri come
"Arabian Knights" e "Spellbound". Il mito della "regina
della notte" era in pieno fulgore, e poco dopo sarebbe stato celebrato con
la "profanazione" dell'austera Royal Albert Hall di Londra da parte
di orde sfrenate di giovani punk e dark. Un evento testimoniato nel doppio live
"Nocturne" e nell'omonimo film, che vede una Siouxsie scatenata ballare
a piedi nudi, gettarsi a terra e grondare rimmel dal suo impressionante "mascherone".
L'esordio nell'effervescente scena londinese della "anarchy in the UK"
era avvenuto nel 1976, al festival punk del Club 100. Un'esibizione con un supergruppo
che vedeva, tra gli altri, Sid Vicious (Sex Pistols) alla batteria e Steven Severin
(colonna dei futuri Banshees) al basso. Siouxsie - proveniente dal Bromley Contingent,
il manipolo di fan che seguivano le gesta dei Sex Pistols - folgorò subito
il pubblico con la sua voce straziata e la sua presenza scenica inquietante.
Il primo album "The Scream", l'urlo, (1979) segnò il distacco
dal "no future" dei cugini punk: la musica dei Banshees, infatti, prediligeva
testi arcaici e atmosfere tenebrose, puntando su sonorita' cupe, echi, riverberi
e distorsioni snervanti. Un clima a meta' tra horror e misticismo occulto, che
trovava nel look stregonesco della rocker londinese (pesante make-up, look in
pelle nera, borchie, reti, simboli necrofili) il suo veicolo naturale. Musicalmente,
Siouxsie aggiornava in chiave punk, e con una pomposità al limite del kitsch,
le atmosfere scarne e sepolcrali di Nico, pupilla di Andy Warhol, "chanteuse"
dei Velvet Underground nel loro album d'esordio e poi cantautrice di culto.
Ma Siouxsie and The Banshees riuscirono a essere a loro volta influenti. Sulla
loro scia nacque quel movimento dark che dominò gli anni '80, con alfieri
come Sisters of Mercy, Bauhaus, Killing Joke, In the Nursery, Joy Division, primi
Cure. Lo stile vocale e le sonorità tetre di Siouxsie riecheggiano nel
repertorio di band di punta del rock "etereo" come Cocteau Twins (la
cantante Elizabeth Fraser ammise di avere avuto da ragazzina "un tatuaggio
di Siouxsie") e Dead Can Dance. E tracce dei Banshees sono visibili in gruppi
pop attuali come Portishead, Garbage e Catatonia.
Ma Susan Ballion, in arte Siouxsie (dalla sua predilezione per gli indiani nei
film western), ha conosciuto anche momenti difficili. Una epatite ha frenato la
sua carriera per alcuni anni. Poi ci sono state le controversie artistico-sentimentali
con Robert Smith, leader dei Cure e per qualche tempo collaboratore dei Banshees.
Infine, una serie di dischi deludenti, indecisi tra echi del passato e vacue sonorità
pop, che hanno ineluttabilmente segnato la fine dell'era Banshees. Unica eccezione
alla decadenza degli anni '90, il magico duetto "Interlude" insieme
a Morrissey, ex-leader degli Smiths.
Un disco fatto in casa
Stanca del suo personaggio e soffocata dalla macchina discografica, Siouxsie ha
così deciso di imprimere una svolta radicale alla sua carriera. Ha lasciato
la caotica routine di Londra, che "dopo tanti anni cominciava a stare stretta",
per la vita rurale nelle valli dei Pirenei. "Quasi nessuno da queste parti
sa chi sono - racconta -. Qualcuno tutt'al piu' mi definisce "quella cantante
un po' strana, che viene dall'Inghilterra...". Ed è difficile immaginare
la regina del dark intenta a dare da mangiare agli animali e a zappare l'orto
nella sua magione. Eppure anche "Anima Animus", ispirato da un concetto
di Carl Jung, è stato concepito in casa. "Era fantastico - racconta
Budgie -. Mentre suonavo la batteria in sala da pranzo, Siouxsie ascoltava e cantava
dall'altra parte della casa. Molte canzoni sono nate così".
La cantante inglese, che è anche autrice dei testi, ha sempre preferito
l'istinto alla programmazione. "Molte delle mie storie - spiega - nascono
di getto, magari da sogni che sto ricordano proprio in quel momento. E qualcosa
di simile accade per la musica. Gli argomenti delle canzoni sono in parte cambiati,
ma mi piace sempre confondere i confini tra buio e luce, tra uomo e donna".
Siouxsie, che ha giocato a lungo su temi come necrofilia e ambiguità sessuale,
ammette il proprio debito con la rivoluzione glam-rock di Marc Bolan e David Bowie
che incendiò l'Inghilterra dei primi anni Settanta. "Dopo di loro,
è stato tutto diverso; i cantanti volevano essere effeminati, le cantanti
mascoline. E' stata un'epoca di grande libertà sessuale. Il punk, poi,
ha accentuato la rivolta; così le ragazze hanno cominciato a diventare
sempre più dure e aggressive, a fare paura". E la proverbiale scontrosità
di Siouxsie non è certo venuta meno. Ne sa qualcosa un malcapitato drappello
di spettatori del concerto romano che aveva provato a importunarla ed è
stato brutalmente zittito. Così, fa un certo effetto sentire l'ex-"riot-girl"
della suburbia londinese confessare il suo punto debole: "Adoro i gatti e
non riesco a capire chi non li ama".
da La regina della notte di Claudio Fabretti (http://www.ondarock.it/Siouxsie.html