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ultimo aggiornamento: 24 Febbraio 2003 ore 17:00
segnalato su: ulalume
Avevo un amore innato per ambienti oscuri, metropolitani,
di periferia e per quell'odore strano di pensieri strani che volavano densi nell'aria
come bolle di sapone. Spesso stavo nella stazione vicino a casa mia a vagare ,
saltellando tra le rotaie, canticchiando canzoni e suscitando l'ira di qualche
ferroviere. A quei tempi ero ancora una fanciulla ed il mio nome è Periglia, avevo solo diciassette anni e non ero una normale adolescente come tutte le altre, io avevo un mondo, il mio mondo, oscuro e dolce; nella mia camera c'era di tutto : pettini per bambole, caramelle, profumi, candele, bambole antiche dai lunghi capelli boccolosi, oggetti retro', kitsh, Fate, Gnomi di ceramica, nastri interminabili di raso, viola e neri, fiori, rose, ritratti di Gesu' e della Madonna, poster di gruppi, quadri, trucchi, dischi in vinile, e la musica ...amavo la musica. Tutto per me emanava magia, la magia dell'innocenza. Pero' la mia personalita' nascondeva anche un lato oscuro ed a volte, tra la tenerezza, si nascondeva un affilato coltello lucente che a volte colava di cera rossa e a volte di sangue, il mio. Le mia bambole mi fissavano insistentemente quasi volessero dirmi : "vieni con noi in questo mondo, vieni la dove non si torna" ... ma di che mondo parlavano ? Mi chiedevo. In qualche modo già appartenevo a quel mondo. Fu infatti in quell'estate afosa dal sudore sulla pelle bianca che conobbi Norferat, affascinante ed etereo. Ero seduta in metropolitana, ascoltavo i Ramones dal lettore cd ed ho sentito uno sguardo fisso su di me, così forte, penetrante, e allora l'ho visto, mi fissava intensamente, aveva degli occhi strani, selvaggi, slavati e luccicanti, ho provato paura, si incontrano sempre tanti maniaci in metropolitana e ho distolto subito lo sguardo, di solito quando fai così poi ti lasciano stare, ma lui era diverso e già dentro di me, l'avevo capito. Una volta scesa sono andata in stazione, la mia casa era ad un chilometro di rotaie e mi piaceva arrivarci seguendole ai bordi, era già sera ed il buio stava arrivando, silenzioso e pacato come sempre. Lui mi è riapparso di fronte, una figura nera ed ambigua, aveva un sorriso quasi eterno sulle labbra rosse sangue e carnose, per lo spavento ho inciampato in una rotaia e sono caduta, sono rimasta a terra ed ho alzato il viso per guardarlo stupita, lui mi si è avvicinato e mi ha allungato la mano, dicendo: "mi permetta di aiutarla dolce fanciulla", era quasi un sussurro, io tremavo, proprio a me doveva capitare un maniaco che parlava come se vivesse ancora nel medioevo? Eravamo già nel 2001 ! , "ce la faccio, grazie", ha distolto la mano come se lo aspettasse, mi sono alzata con un salto pulendomi la gonna nera, "il mio nome è Norferat, potrei osare tanto da chiedere il suo?" "e perché cavolo dovrei dirtelo?" "lei mi è molto simpatica", ho fatto un sorriso isterico, pensavo a come avrei dovuto fare per sbarazzarmi di lui visto che stavo in mezzo al nulla e per di più di sera, in quel momento ammetto di aver desiderato il mio coltello nascosto sotto la bambola in camera mia, "mi chiamo Deedlith" , ho optato per l'assecondamento, in alcuni casi è l'unica cosa che si può fare per evitare ulteriori difficoltà, ma con la coda dell'occhio lo osservavo incuriosità dalla sua plateale bellezza, era misterioso, il suo viso era come emaciato, pallido come il marmo, come se fosse appena uscito da una lunga malattia, ed aveva dei curatissimi capelli lunghi e neri, indossava un vestito da uomo elegantissimo e nero come la notte fonda, "scusami ma devo andare a casa" "oh .. quale disdetta .. adoro la sua voce dolce Deedlith" "dammi pure del tu, okay?" "la potrei rivedere?", mi sono messa a camminare e senza rispondergli, la notte ci ha subito diviso. Momentaneamente. Ho rivisto Norferat una settimana dopo, sempre sulla strada per casa, sempre
di sera, camminavo zompettando una canzone dei Vapors "Turning japanese". Sono andata a letto ma non riuscivo a dormire, credevo di essere protetta nel
mio piccolo mondo nero ma sapevo che non era così e che la mia vita stava
per cambiare. Così quella notte sono "morta", la luna ha illuminato il mio simulacrodurante la mia trasformazione ed io sono diventata la sua sposa. Ora vivo in un magnifico castello, con lui, il mio eterno amore, ogni notte usciamo insieme a cercare sangue, il castello è cupo ed inaccessibile, circondato da una natura satanica, Cristabel è venuta con me ed anche le mie bambole ma quello che più mi stupisce è che ora sono davvero felice, sono legata al mondo delle tenebre , ho poteri soprannaturali, ma non sono affatto cambiata, amo ancor più di prima ed il mio amore è interamente per lui, che mi ha permesso di fuggire dallo squallido mondo reale e di ribellarmi all'ordine naturale delle cose, ho avuto finalmente l'occasione di rifiutarmi di sottomettermi alle leggi divine e umane, qualsiasi esse siano. Ora sono felice. "Avete visto bamboline ? Sono andata nel mondo da
dove non si torna" |